“Se cresci senza nessuno che ti dica mai che sei bello o che sei bravo, senza una parola di conforto che ti rassicuri dandoti il tuo posto al sole nel mondo, niente sarà mai abbastanza per ripagarti di quel silenzio. Dentro resterai sempre un bambino affamato di gentilezza, che si sente brutto, incapace e manchevole, qualsiasi cosa accada. E non importa se, nel frattempo, sei diventato la più bella delle creature.”
Questa frase è tratta dal romanzo “Sei la mia vita” di F.Ozpetek.
Credo descriva in breve, ma in modo chiaro la sensazione e il vissuto di molte persone.
Mi sono fatta tante domande, tra cui:
Come ci si sente a non aver mai ricevuto una parola di conforto?
Con che idea di sé si cresce? Di essere persone non meritevoli?
Come si affrontano le sfide della vita se ci è sempre stato rimandato di essere incapaci?
Un bambino ha fortemente bisogno di sentirsi amato, valorizzato e stimato dai genitori, in primis, e dalle persone a lui vicine. Una frase semplice come “Oggi sei stato bravo. La mamma e il papà sono molto felici!” o “Sappiamo che puoi farcela” trasmettono al bambino l’idea di essere una persona meritevole di fiducia, affetto e stima. Sulla base di questa consapevolezza svilupperà tutta una serie di altre certezze e competenze che lo aiuteranno nel divenire un adulto forte e fiducioso in sé.
Se il bambino, fin da piccolo, è stato circondato da persone che lo hanno RASSICURATO, ACCOLTO, RINFORZATO e VALORIZZATO è più probabile che non si percepirà come il brutto anatroccolo, ma come un meraviglioso cigno sicuro di sé. Quando mamma e papà si rivolgeranno a lui con frasi piene d’amore e gentilezza è come se gli stessero dicendo “Esisti e noi ti vediamo”: per il sé è fondamentale sentirsi visti da qualcuno, al contrario di silenzi e sguardi mancati.
Certamente l’eccesso non va mai bene e anche in questo caso è bene che i genitori facciano il possibile per dare il giusto peso a questo atteggiamento senza rischiare di evitare al bambino ogni forma di fallimento e frustrazione. Anche le esperienze negative servono al piccolo per crescere, ma sicuramente diverranno costruttive qualora i genitori riusciranno a rimandare al figlio l’idea, per esempio, che “Purtroppo è andata così, ma sei capace e sappiamo che potrai rimediare”.
Spesso i bambini cresciuti con l’idea di essere dei brutti anatroccoli si ritrovano ad essere adulti insicuri, alla ricerca continua di conferme dall’esterno, non intraprendenti, incapaci nel reagire di fronte alle difficoltà,…
Questo vissuto, durante un percorso psicologico, può trovare il modo di venir espresso con tutto il disagio conseguente. Da lì poi si ripartirà per una ridefinizione del sé e dei propri punti di forza e debolezza…perché il brutto anatroccolo ha anche dei punti di forza, ma pure il cigno ha dei punti di debolezza.